L'enigma della piramide nera by Peters Elizabeth

L'enigma della piramide nera by Peters Elizabeth

autore:Peters, Elizabeth [Peters, Elizabeth]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Ro
ISBN: 9788842914259
Google: 8IyvPAAACAAJ
Amazon: 8842914258
editore: Nord
pubblicato: 2006-02-14T23:00:00+00:00


Abdullah ci stava attendendo davanti al cancello aperto. «Sitt Hakim, Emerson effendi vi cerca...»

«Immagino che si aggiri intorno alla casa, urlando il mio nome.»

Purtroppo, aveva già smesso di lavorare e non potevo far altro che ammettere parte della verità. Abdullah aveva notato la manica insanguinata di Nemo, e gli ordinai: «Manda Alì o Hassan sul promontorio che sovrasta le tende. C'è un cadavere da portare fin qui.»

Abdullah si portò una mano alla fronte. «Non un altro morto, Sitt Hakim! Ma forse vi riferite a una mummia?» Per un momento ci fu nei suoi occhi un barlume di speranza.

«No, è un cadavere fresco. È meglio che vi facciate una barella di fortuna. Sbrigatevi, devo occuparmi di Nemo.»

Abdullah se ne andò, torcendosi le mani e mormorando tra sé: «Un altro morto, tutti gli anni è così...»

«È vostra abitudine avere a che fare con dei cadaveri?» mi chiese Nemo.

Lo trascinai verso la casa. «Diciamo che sono i cadaveri che finiscono sempre per avere a che fare con me. Ma lasciate che parli io, a Emerson non farà troppo piacere questa storia!»

Emerson ci vide e corse sulla soglia col sangue agli occhi. «Ti avevo avvertita, Amelia!»

«Non è il caso di fare tanto chiasso, Emerson» replicai mettendogli un dito sulle labbra.

«Chiasso! Che diavolo stai combinando? Scompari per ore e poi ritorni con un moribondo sanguinante?»

«Emerson, ti prego!»

«Lasciami perlomeno ringraziare Nemo: ancora una volta ha salvato uno dei miei disgraziati familiari da morte sicura.»

«Ti spiegherò tutto più tardi» cercai di tranquillizzarlo. «Il miglior modo per ringraziare Nemo sarà curare le sue ferite. Vorresti prendere la valigetta del pronto soccorso? Non voglio macchiare di sangue il tappeto, credo che opererò all'aria aperta, dove c'è più luce.»

Emerson obbedì in un silenzio gravido di tensione, e io portai Nemo nel cortile posteriore dove avevo predisposto un'area rudimentale per i lavaggi. Dietro un paravento intrecciato a mano era anche possibile fare il bagno, con un fossato che fungeva da scarico. Io però non lo utilizzavo, perché era necessario che un arabo ti versasse l'acqua addosso con un secchio, cosa piuttosto sconveniente.

Quando Emerson mi raggiunse, avevo tolto i cenci di dosso al ferito, ordinando ai miei uomini di procurargli delle vesti nuove. Sotto gli abiti, Nemo portava i soliti mutandoni di cotone al ginocchio, legati alla cintola con un cordino. Quando arrossì per l'imbarazzo, mi resi conto che non aveva perduto poi troppo sangue.

«Vi assicuro che sono abituata a curare i feriti, e non dovete di certo vergognarvi dei vostri pettorali» lo tranquillizzai.

In quel momento una figura sconvolta comparve tra i curiosi. Nemo fece per distogliere lo sguardo di scatto, ma poi si trattenne. Per un momento si confrontarono in un silenzio carico di emozioni, entrambi pallidissimi. Lady Debenham portò alla gola una mano delicata. «Tu, tu...» disse con voce strozzata.

«Non è il momento di svenire, non posso badare a entrambi» replicai io.

Il colore ritornò violentemente sul volto di Enid. «Svenire, io? Razza di stupido!» e colpì Nemo con un sonoro manrovescio.



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